Imprescindibile

Oggi che c’eri era la pace.
Era il flusso sereno di istanti che portano l’infinito racchiuso in ogni dettaglio; ridendo penserò ad ogni caffè che si fredda e alla strada che scorre, al nero metallico e al bianco che avanza e sorride e non cambia. Conteranno i giorni nel mutar delle cose, e nel colore dei versi che si dondola alle braccia sottili saranno sfumature di un nome.
[Ancora.]
Oggi che c’eri era il fremito.
Era quel sussurro che cattura la pelle, quel ritmo che accelera il diaframma e poi lascia sospesi – la scia che traghetta ogni nota al mio scrivere, nel fare del tempo l’ombra di un diamante… qulel’armonia che sciacqua l’inutile in un silenzio che non pesa, nell’assenza che resta ed è imprescindibile presenza.
Non ho poesia a cornice di te, solo un corpo che non dimentica e il sapore di un pensiero che fermo rimane.