E giudicano

Pesano gambe
le mura di questa dimora,
e giudicano –
stanze pastello
crepate
dai souvenir storti degli anni.Non hanno voce
le giornate
come topi inerti sul pavimento
che ancora rigurgita candeggina –
e i balconi ammucchiati
accatastati di monologhi,
gabbie di vetri spenti
a otturare il sole.
E ingoiano parole,
flettono pensieri
nel rumore di una serratura che stride
chiusa all’altrove –
un brivido di solitudine.Sarai casa –
atollo rigonfio
lievitato d’inverni
saturo
di cinico nulla.
[GRS]
eh…la mente associativa, croce e delizia 😉
Bellissima, trascinato nel dolore fino a quel brivido per immagini e suoni. E poi la tentazione irresistibile di finire a “lievitato di inverni” (come fosse già primavera e nido).
Ancora non vi è nido, mentre inseguo la mia personale primavera. 🙂